MIGLIORI LOOK DI OGGI: QUEEN + ADAM LAMBERT Bologna, 10.11.2017

Nuovo tour, nuovo look per i Queen, sempre accompagnati dal talentuoso Adam Lambert. Anche stavolta ho avuto il piacere e l’onore di partecipare all’unica data italiana del tour, il 10 novembre all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, vicino a Bologna [vedi il resoconto del concerto ad Assago 2015 quì: OFF TOPIC: I QUEEN AD ASSAGO. 10 febbraio 2015. ; vedi anche: MIGLIORI LOOK DI MARTEDI’ SCORSO: QUEEN + ADAM LAMBERT A MILANO].

Leggermente diversa la scaletta e l’esecuzione delle canzoni, sotto la veste visiva lo show si è presentato completamente rinnovato, con palco e luci totalmente diverse e nuovi costumi. Oltre che il suo ormai indiscutibile talento canoro, Adam Lambert ha confermato la sua presenza scenica, grazie anche al suo sfolgorante stile glam rock, il cui accessorio più vistoso rimangono gli occhi di un azzurro abbagliante (non mi è ancora chiaro se indossa lenti a contatto).

Per l’apertura del concerto, il cantante si è presentato con un paio di giganteschi occhialoni neri squadrati; nel finale invece ha sostituito il sobrio completo leopardato del  tour precedente con uno altrettanto sobrio color argento (del resto nessuno si aspetta sobrietà da un concerto dei Queen), riproponendo la scelta, che ha suscitato polemiche tra i più accaniti fans di Freddie Mercury, di indossare una corona sulla testa.

Qui si tocca un punto evidentemente nevralgico dell’importanza del look: la possibilità che un dettaglio del costume di scena possa essere visto addirittura come un oltraggio. Io, come ho già avuto modo di affermare, difendo strenuamente Adam anche da questo punto di vista. Come nel modo di cantare, anche in quello di vestire, è evidente che la sua volontà è quella di ispirarsi a Freddie Mercury e di omaggiarlo, senza imitazioni né storpiamenti. Un’impresa al limite dell’impossibile, dove più che mai la differenza la fanno soltanto i dettagli. E, in fondo, questo è proprio il motivo per cui ritengo Lambert una scelta giustissima da parte dei Queen per cantare le canzoni di Freddie.

AdamLambert-Queen_7-28-14_Toronto2 - Copia

Ma, tornando a noi, il pezzo forte del guardaroba di Adam stavolta è costituito dal completo di Dolce & Gabbana indossato per l’esecuzione di Killer Queen, Don’t Stop Me Now e Bicycle Race:

Un completo fucsia, con applicazioni multicolore, abbinato ad altissime scarpe con tacco rosso scintillante e guanti senza dita anch’essi rossi e scintillanti. A precisare che si tratta di una creazione italiana è lo stesso Adam, durante una piccola chiacchierata con il pubblico (molto divertente, potete vederla in questo video:)

Brian May e Roger Taylor, che durante l’epoca d’oro non esitavano a indossare i costumi più stravaganti, come nel precedente tour hanno enormemente ridimensionato il loro stile, mantenendo però dei dettagli che richiamano i costumi usati negli anni ’70 e ’80 [vedi MIGLIORI LOOK ANNI SETTANTA E OTTANTA: I QUEEN LIVE]. In particolare, Brian continua a prediligere le giacche lunghe, dalle fogge quasi settecentesche, e anche questa volta per il finale indossa una maglia dorata dalle maniche ampissime, che richiama quelle che usava sul palco negli anni ’70. A fine concerto invece, Brian omaggia l’album News of the World, che quest’anno celebra i suoi 40 anni, con una simpatica maglia con Frank, il temibile robot gigante che compariva sulla copertina dell’album e che è stato scelto come protagonista della scenografia dell’attuale questo tour (ma non prima di essere stato debitamente addomesticato e reso innocuo).

Non resta che vedere la gallery con i Migliori Look (in questo caso: tutti!) del concerto di Bologna (foto prese qua e là dal web: per qualsiasi segnalazione, contattatemi):

 

[foto copertina: AriannaQueen]

OFF TOPIC: I QUEEN AD ASSAGO. 10 febbraio 2015.

Neanche tanto off topic, visto che ho avito già modo di dire quanto Migliori fossero i look sfoggiati. Ma riguardo ad un evento simile, non mi posso limitare a parlare di vestiti!

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MIRACOLO AD ASSAGO

Un vecchio album dei Queen si chiamava “The Miracle”. Ebbene, nonostante sia una loro fan accanita praticamente dalla nascita, ho sempre pensato che questo inno alla positività, all’ottimismo e alla speranza, che costituisce il leitmotiv di tutto l’album fosse un po’ troppo ingenuo e semplicistico. Mi sbagliavo: avevano ragione loro. I miracoli accadono. Magari una volta nella vita, altrimenti non sarebbero tali, ma succedono!

Naturalmente per me, nata nel 1988, la possibilità di vedere Freddie Mercury dal vivo è stata bruciata molti anni fa. Ma per fortuna Brian May e Roger Taylor ci sono ancora, essendosi John Deacon praticamente ritirato. Dopo essermi persa il tour con Paul Rodgers, davvero non ci speravo più di riuscire a vederli dal vivo, invece qualche mese fa arriva l’annuncio di un nuovo tour, affiancati da un giovane cantante sconosciuto ai più, Adam Lambert. Purtroppo per me, l’unica tappa italiana è prevista a Milano ed io, veneta, studio a Firenze e non ho molti soldi da spendere. Penso che oltre al biglietto, non certo economico, ma per cui vale la pena spendere, devo anche prendere il treno e pernottare almeno una sera a Milano. Inoltre, dovrei trovare un’altra persona disposta a spendere gli stessi soldi per venire con me. E così, a malincuore, rinuncio, e per un po’ non ci penso più.

Pochi giorni prima del concerto, io sono impegnata a studiare per l’ultimo esame della mia laurea specialistica. E nel mentre, seguo su facebook gli aggiornamenti di Comunità Queeniana Italiana, un gruppo di fanatici dei Queen a cui sono iscritta. Tutti sono esaltati all’idea che presto vedranno i loro idoli dal vivo. Ma io no. Mi pento amaramente. Avrei dovuto fare qualsiasi cosa per vederli… anche perché potrebbe essere l’ultima possibilità. Brian ormai ha 67 anni, Roger 65… tour di queste dimensioni sono davvero faticosi, e non credo che continueranno a suonare ancora per molto. Certo, questo Adam Lambert, da quel che ho visto sul web, non mi piace affatto: si atteggia troppo, si mette la corona in testa, quasi usurpando il ruolo di Freddie. Ma poi penso: sono i Queen, non possono aver scelto un cantante non all’altezza! Al di là dei pregiudizi di molti, in fondo io lo so che faranno uno spettacolo meraviglioso, perché saranno pure vecchiotti, ma sono sempre loro, Brian e Roger dei cari vecchi Queen! E così, vengo presa dallo sconforto. Dovevo prendere quel maledetto biglietto.

Triste, l’unica cosa che riesco a fare è scrivere un post sulla bacheca di Comunità Queeniana Italiana per trovare un po’ di sostegno morale da altri che, come me, non potranno andare al concerto.

E avviene il miracolo.

Dopo poco tempo, trovo un messaggio privato di una ragazza che non conosco. Il messaggio è lungo…dice che ha letto il mio post sulla pagina e le dispiace… abbiamo più o meno la stessa età e capisce quanto poteva essere importante per me vederli. …Ma si da’ il caso che lei abbia un biglietto in più, e vorrebbe regalarmelo!!! E’ come avere vinto alla lotteria. Penso che sia uno scherzo. Mi consulto con i miei coinquilini. Devo andare, non devo? partire tutta sola tra 3 giorni senza avere la certezza che avrò davvero il biglietto promessomi? Io non ho mai fatto pazzie del genere. Appunto…forse è ora di farle! Naturalmente, prima di decidere chiamo la ragazza al telefono… sembra sincera, sembra una ragazza come me… perché dovrebbe essere una truffa? Provo a guardare i prezzi dei treni… che fortuna, ci sono offerte sia all’andata che al ritorno! Forse si possono davvero contenere i costi! Prenoto, e per la notte mi prendo un ostello, non importa se farà schifo, tanto sarà solo per una notte, e se tutto va bene, sarò così felice che non mi importerà nulla di dove dormirò, basta che non sia per strada!

Passano tre giorni tesissimi, tra l’entusiasmo dell’attesa e la paura folle che sia un inganno… non ce ne sarebbe motivo, ma dicono che al giorno d’oggi non ci si può fidare di nessuno…!

Intanto, la domenica arriva, come una doccia fredda, la notizia che il cantante, Adam Lambert, ha la bronchite e perciò la data di Bruxelles è stata cancellata. Questo serve solo ad aggiungere ansia al mio stato già di agitazione.

Ma già il giorno dopo, arrivano notizie rassicuranti: sembra che il concerto di Milano sia salvo.

Finalmente è martedì. Dopo un’ultima notte di sonno travagliato, prendo le ultime cose e mi dirigo a piedi verso Santa Maria Novella, col cuore in gola, ma fiduciosa. C’è un sole bellissimo, mai visto a Firenze. Dal treno, ammiro i campi ricoperti di neve, che risplendono sotto tutto quel sole. Sembra ci sia davvero qualcosa di magico nell’aria.

Arrivata a Milano, raggiungo l’ostello, che fa veramente schifo come mi ero immaginata, e anche di più. Ma fa niente, è ora di prepararsi al concerto! Forse tra pochissime ore vedrò davvero i Queen!

Continuo a chiamare la ragazza che mi ha promesso il biglietto… lei verrà in auto da Varese con gli amici e mi farà sapere quando devo partire, per non aspettarla inutilmente al freddo. Invece io sono impaziente, ho paura di perdermi, di non arrivare in tempo e perfino che il telefono mi si spenga o vada in palla e non riusciamo a incontrarci! Così, con abbondante anticipo, prendo la metro, direzione Assago Forum, e in poco tempo sono là.

Durante il tragitto, faccio conoscenza con un ragazzo che sta andando al concerto come me, e così almeno per un po’ mi trovo un amico con cui condividere le mie ansie (poveretto!). Raggiungiamo il palazzetto insieme, insieme ci mettiamo in fila, ma dopo poco lui entra e io resto lì sola, al freddo a guardare le migliaia di persone che inesorabilmente continuano ad accedere al palazzetto, i loro bei biglietti stretti tra le mani… quanto li invidio! Continuo a sentire la ragazza del biglietto… dice che la sua amica ancora non è passata a prenderla! Cerco di non esasperarla, intanto chiamo qualche mio amico per passare il tempo. Per due, interminabili, ore. Due ore in cui non mi sento più i piedi e tremo come una foglia per il freddo. Comincia a mancare davvero poco al concerto, che inizia alle nove… e io voglio disperatamente entrare!

Alla fine… eccoli arrivare. La riconosco subito: è lei, la mia salvezza! E’ tutto vero! Ha il biglietto, me lo mostra subito… io non posso che mettermi a saltare di gioia e abbracciarla. Giusto il tempo delle presentazioni e già entriamo, l’attesa è finita! Il freddo già dimenticato. Mancano solo dieci minuti all’inizio! Mentre entro nel palazzetto, l’emozione è fortissima, mai provato niente di simile. Da quando ero piccolissima i Queen li vedo come degli dei, umanissimi e sovrumani al tempo stesso. Non esistono persone al mondo per cui io abbia maggiore ammirazione che per loro. Mi sembra davvero impossibile che il mio sogno si stia avverando…

Raggiungiamo i nostri posti. Purtroppo siamo in alto, su posti a sedere, ma il palazzetto è più piccolo di come mi aspettavo, e il palco si vede molto bene. Guardo giù: sono troppo felice per invidiare quelli che stanno sotto al palco, per me è già troppo essere lì.

Tutto è pronto. Un enorme tendone con il logo dei Queen (disegnato decenni fa dal caro Freddie…) nasconde il palco. Si sente la musica introduttiva di “One Vision”, la canzone che aprì lo straordinario concerto di Wembley (da me visto milioni di volte in dvd…)… ogni tanto parte del fumo… ma loro non compaiono! Io non sto più nella pelle, mi sta per scoppiare il cuore… la musica si fa più incessante, facendoci credere che stanno per comparire, ma niente.

Poi, la Red Special intona l’inconfondibile inizio di “One Vision”. Da dietro il tendone che nasconde il palco si vede l’ombra ingigantita di Brian May. Ma io non ci credo… non è possibile che ci sia davvero lui lì dietro…con Roger e tutti gli altri!

Invece ecco che il telo cade: per un attimo vengo accecata dalle luci, ma poi individuo Brian, coi suoi inconfondibili ricci, ora candidi, e naturalmente la sua Red Special. Scende una passerella che si diparte da un’enorme Q illuminata, con una corona al centro. Adam Lambert comincia a fare un po’ di scena, ma io sono troppo presa da Brian, e inizio a piangere. Per i primi minuti mi sento davvero mancare il fiato. Cerco Roger con lo sguardo, lui è segregato dietro la sua enorme batteria… per fortuna dentro all’enorme Q c’è un maxischermo che ce li fa vedere molto più in grande, ma io li voglio guardare bene con i miei occhi! E soprattutto sentire, perché non mi capiterà mai più!

Finalmente mi accorgo anche di Lambert. E dire che si fa notare, con la giacca di pelle borchiata e gli occhiali da sole tondi, e soprattutto con la voce.

L’inizio è proprio da gran concerto rock, ma con un tocco di raffinatezza che ti puoi aspettare solo dai Queen. Nonostante l’enormità della folla, li senti straordinariamente vicini, ti sembra di essere lì con loro sul palco… l’atmosfera ha qualcosa di sacrale. L’aura si sente, eccome.

Mi ricordo un’intervista in cui Roger Taylor diceva: “per i primi 10 minuti il pubblico lo devi stordire!”. Era vero ai tempi di Freddie, ed è vero ora. I primi 10 minuti sono davvero intensissimi.

La scaletta non riserva particolari sorprese, tranne che per una spintissima “Stone Cold Crazy”, un vero tour de force sia per il cantante che per i musicisti, che si dimostrano assolutamente in grado di eseguirla al meglio, nonostante l’età. E poi per una struggente “These Are the Days of our Lives”, cantata da Roger, così come “A Kind of Magic”. Niente “The Show Must Go On”.

L’unica pecca è che nel mio settore tutti stanno seduti, e la cosa mi da alquanto fastidio. Io non riesco a stare ferma con questa musica! Comincio ad alzarmi, prima solo nei momenti più intensi, poi decido che non posso proprio stare seduta e starò in piedi per il resto del tempo…ma subito una signora dietro di me mi tocca la spalla e mi fa cenno di tornare all’ordine. La vorrei uccidere. E’ lei che dovrebbe alzarsi in piedi!! Trovo quasi una mancanza di rispetto lo stare seduti di fronte a cotanto spettacolo. La maggior parte del pubblico invece sembra stare lì fermo, quasi indifferente. Ma li sentite, cavolo?

Ma io sono troppo felice per essere maleducata, e così mi risiedo, e torno alla modalità di alzarmi solo nei momenti più salienti, come per battere le mani nel ritornello di “Radio Ga Ga”: il momento epico che tutti i fan dei Queen vogliono provare.

Nel frattempo, lo spettacolo continua (deve!).

Lambert si rivela all’altezza. Mi conquista definitivamente con la sua interpretazione di “Killer Queen”. Ne avevo visto uno spezzone, da lui cantato, sul web, e non mi era piaciuto per niente. Invece, ora mi ricredo. E’ molto ironico.. si sdraia su un divanetto, agita un ventaglio e beve da una bottiglia di champagne. Ma è simpatico! Non sembra affatto una scopiazzatura di Freddie. E’ bravo, ha una voce stupenda e potente e nonostante faccia molta scena coi suoi atteggiamenti dimostra di saper anche essere umile. Capisco che ha un profondo rispetto per i Queen e per Freddie, e che il suo intento è davvero quello di onorarli. Del resto, per tutto il concerto viene dato ampio spazio alla musica, solo suonata, come facevano anche all’epoca di Freddie, per cui Lambert non risulta essere il protagonista assoluto della situazione. Anzi, a circa metà concerto, sparisce per un lungo periodo. Certo, in alcune canzoni rende meglio, in altre, come “In the Lap of the Gods”, non si avvicina minimamente alle vette di Freddie. Non ha certo la sua intensità, e il suo modo di cantare è completamente diverso, molto più “Broadway”. Anche le canzoni si adattano alla sua voce e cambiano un po’ il loro volto per questo. Ma ci sta. Freddie è morto, purtroppo, e davvero penso non si possa fare meglio di così.

A un certo punto, Adam chiede al pubblico: “who is in love?” Io rispondo, anche se nessuno mi sente: “io no”. Ovviamente tutti acclamano e urlano: “io, io, io!”. Ma lui ribatte: “I’m not!” Ecco, ora è il mio idolo assoluto. Naturalmente, tutto ciò era un’introduzione a uno dei brani più belli della storia del gruppo: “Somebody to Love”. In cui Adam dà il meglio di sé. E se veramente fino a due giorni prima aveva la bronchite…beh, complimenti. Il suo finale è magnifico, ben diverso da come lo faceva Freddie, ma travolgente.

Ma ecco che arriva il momento forse più emozionante della serata. Adam si eclissa, e Brian prende posto al centro della scena, solo. Si prende tutti gli applausi che si merita, e sembra sinceramente colpito. Poi si siede, con la sua chitarra, e comincia a conversare con noi. Si sforza di dire qualcosa in italiano, e fa pure un battuta: “siamo molto felici di essere tornati qui da voi… Queen da voi!”

Non potremmo adorarlo più di così. Poi ci chiede: “volete cantare come me?” E’ il momento di “Love of My Life”, canzone amatissima dai fan e credo anche dagli stessi Queen. All’epoca di Freddie, era tradizione che quando la suonavano lasciasse cantare gran parte della canzone al pubblico, che in qualsiasi Paese del mondo fossero, dimostrava di conoscere perfettamente le parole. Stavolta la canta Brian e, come Freddie, lascia cantare anche noi. Finchè, verso la fine, il grande cantante compare nell’enorme Q. Il pubblico esplode. Anche Brian si commuove. É un momento bellissimo.

Poco dopo, Brian viene raggiunto da tutti gli altri musicisti, riuniti con lui sulla pedana in mezzo al pubblico per eseguire un piccolo intermezzo acustico. Un’altra tradizione dei vecchi concerti dei Queen. Finalmente riesco a vedere bene Roger Taylor, e con lui c’è anche il figlio, Rufus Tiger. Anche lui suona la batteria, come il padre.

Infatti, un altro dei miei momenti preferiti del concerto li vede protagonisti insieme, in una feroce drum battle tra padre e figlio. Due batterie, una per Rufus sul palco e una per Roger sulla pedana tra il pubblico. Entrambi pestano per bene! E alla fine, Roger presenta orgoglioso il figlio, annunciando: “Rufus Tiger!”. Ora capisco perché gli ha messo questo nome assurdo.

Un altro momento molto atteso è l’assolo di Brian May. All’interno, ci inserisce anche “Last Horizon”, un brano per chitarra che fa parte del suo album solista “Back to the Light”. Mi fa molto piacere sentirla, perché è un pezzo veramente stupendo.

Dopo una sequela di successi (“Under pressure”, “Who Wants to Live Forever”, “Crazy Little Thing Called Love”…), i Queen se ne vanno.

La folla inizia a preoccuparsi: è già finito? Ma io so bene che non è così. Lo facevano anche nei vecchi concerti. E’ una specie di finta prima del bis, che però non è un vero bis, in quanto è programmato. Dopo un momento di spaesamento, la folla comincia ad acclamarli e intoniamo tutti assieme “We Will Rock You”. Un’intera folla all’unisono. E allora riappaiono!

E’ il gran finale, e un po’ mi dispiace.

Come da tradizione, hanno lasciato per ultime le loro canzoni più famose. Per “Bohemian Rhapsody”, Brian compare con un mantello dorato e Lambert duetta con Freddie, dal maxischermo. Poi ci scateniamo con “We Will rock You” e infine con “We Are the Champions”. Sono i Queen, c’è poco da fare. Solo loro sanno coinvolgere così il pubblico, anche se manca Freddie e vorremmo tanto che ci fosse anche John.

Alla fine, come ai vecchi tempi, partono le note di “God Save the Queen” e tutti i musicisti si fanno avanti per prendersi gli applausi, che sembrano non finire mai.

Vorrei urlare loro un grosso: “Grazie!”, perché è stata l’emozione più intensa della mia vita!

Le mie aspettative erano alte, ma loro le hanno ampiamente superate. Sono davvero i mostri sacri di cui hanno la fama.

Mentre lasciano il palco, non stacco gli occhi da loro. Voglio imprimermi questa immagine nella memoria per sempre, perché so che difficilmente mi ricapiterà. Poi abbraccio la mia nuova amica, che mi ha regalato questa emozione.

Usciamo, saluto lei e i suoi amici e ci promettiamo che resteremo in contatto e ci rivedremo ancora. Ritrovo anche il mio amico della metro e torniamo in centro assieme.

Sembra tutto finito così in fretta… ma qualcosa mi rimane, e non solo un bellissimo ricordo. Oltre a dei nuovi amici, mi rimane anche la consapevolezza che i miracoli accadono, proprio come diceva Freddie. Forse questa esperienza mi ha davvero cambiata, e resa più ottimista e fiduciosa negli altri.

Per le foto: si ringrazia Comunità Queeniana Italiana

I Migliori Momenti del concerto:

Altre fotografie quì: http://www.francesco-castaldo.it/2015-02-11/queen-adam-lambert-mediolanum-forum-assago-milano/

MIGLIORI LOOK DI MARTEDI’ SCORSO: QUEEN + ADAM LAMBERT A MILANO

Devo ancora riprendermi dallo shock. Il concerto dei Queen + Adam Lambert di martedì al Mediolanum Forum di Assago è stato straordinario. E ho trovato anche del materiale interessante per il mio blog. Adam Lambert, a cui prima di partire non avrei dato 5 lire, era magnifico. Il suo look è vistosamente glam rock, tendente al gotico. Ha fatto la sua apparizione vestito totalmente di pelle nera, con giacca borchiata e occhiali da sole tondi. Poi si è cambiato numerose volte. Ma l’abbinamento migliore comprendeva una specie di coprispalle tempestato di borchie sulle spalle e con tante frange che scendevano dalle maniche, e scarpe altissime con zeppe e tacchi altrettanto borchiati. I due Magnifici, invece, Brian e Roger, inizialmente erano vestiti entrambi di nero. Poi Roger è apparso in total white, in un look che con la barba bianca lo faceva sembrare un santone! Brian May invece per Bohemian Rhapsody si è presentato con una maglia con maniche amplissime, lo stesso taglio di quella usata ad Hyde Park nel 1976, ma in versione dorata. Per il finale invece, Lambert è uscito con un completo leopardato e una corona in testa, in omaggio a Freddie Mercury. Che serata.