MIGLIORI LOOK ANNI OTTANTA E NOVANTA: LADY DIANA

Oggi parliamo di una delle poche persone al mondo ad essere uscita dignitosamente dagli anni Ottanta ma, soprattutto aggiungerei, dai Novanta. Si perchè, quando si parla di moda sono sempre gli Ottanta ad essere indicati come la bestia nera, mentre secondo me il decennio veramente drammatico è stato il seguente.

Comunque, dopo aver dedicato tanto spazio alla nuora Kate Middleton, era obbligatorio pagare il giusto tributo a colei che è stata per tanto tempo l’unica, vera principessa dei giorni nostri. Se i confronti si sprecano, e perciò non vogliamo indulgere ulteriormente su questa strada, a parer mio bisogna dire una volta per tutte che tra le due corre una differenza fondamentale che non potrà essere mai colmata: il fatto cioè che Diana aveva una grande personalità, che è ciò che ce la fa ricordare ancora oggi con affetto e ammirazione, mentre Kate fa solamente il suo compitino, e dubito seriamente che sarà mai niente di più che una bella principessina.

In un certo senso, si può dire che Diana fosse anche meno bella di Kate, solo che per l’appunto colmava tutto questo con qualche cosa di più.

Il che traspare chiaramente anche dalle sue scelte di abbigliamento. Si obietterà che negli anni Ottanta non era così coraggioso vestirsi con colori sgargianti e tagli eccessivi, ma, quali che fossero le usanze del periodo, la differenza la fa sempre il modo in cui si porta l’abito. Alcuni vestiti di Diana, che non vi risparmierò di certo, di per sé si possono tranquillamente rimproverare di aver ben oltrepassato quella linea sottile che divide buon gusto e disgusto, ma la cosa sorprendente è che lei li indossava sempre in maniera regale ed umile allo stesso tempo.

Penso ci sia poco da aggiungere, a questo punto, se non ricordarvi i nomi degli stilisti che hanno dato concretamente forma allo stile intramontabile di Diana: gli Emmanuels, autori del celeberrimo abito nuziale, e Catherine Walker, che l’ha vestita per innumerevoli occasioni mondane.

Ma ora, spazio ai MIGLIORI LOOK della PRINCIPESSA DIANA:

 

MIGLIORI LOOK ANNI SETTANTA E OTTANTA: I QUEEN LIVE

In tutta Italia, sono ore di attesa per migliaia di fans che stanno aspettando solo il concerto dei Queen + Adam Lambert a Milano, che, se tutto va bene (è stato appena annunciato che la data di stasera a Bruxelles sarà cancellata per una bronchite diagnosticata proprio a Lambert) dovrà tenersi martedì al Mediolanum Forum di Assago. Colgo l’occasione per presentarvi una nostalgica panoramica sui migliori look esibiti dal gruppo in concerto. E intendo il gruppo nella sua formazione originale, ovvero comprendente non solo Freddie Mercury ma anche il ben più riservato John Deacon.

E’ risaputo che fin dagli inizi della loro carriera i Queen si sono fatti notare per la volontà dichiarata di conferire alle loro esibizioni una maggiore qualità estetica e un maggiore carattere teatrale rispetto a quelle dei gruppi allora in auge. Tuttavia questo loro intento non deve essere frainteso, perchè nei loro concerti la spettacolarità di costumi e scenografia non ha mai e poi mai sopravanzato la qualità musicale, mantenendo invece un appropriato equilibrio tra musica ed estetica, quest’ultima qualità sempre a fare da supporto alla prima. Precisazione che faccio solo perchè non si imputi a loro il fatto di aver avviato una tendenza alla spettacolarità visiva a sfavore della qualità musicale nei concerti.

Per ammissione degli stessi membri del gruppo, il look di tutti durante i concerti era dettato dalle scelte di Freddie, mentre tutti gli altri si adeguavano. Rimandando ad altri post futuri per ulteriori approfondimenti, possiamo riassumere l’abbigliamento concertistico dei Queen nelle seguenti fasi:

  • 1970-1977: fase “glam rock” – etichetta che non amo, ma aiuta a definire il look condito di tutine attillate, zeppe e capelli lunghi che contraddistingue questi primi anni di carriera dei Queen. Da subito, il gruppo sceglie di puntare programmaticamente sul bianco e nero, che resteranno i colori prediletti per i loro costumi di scena, anche se col tempo introdurranno altri colori. Nei primissimi anni tutta la band si presenta con tutine dai pantaloni a zampa e stivaloni con zeppa. Successivamente, Freddie inventa le famose tute con ampia scollatura sul davanti, fatte realizzare sulla base di una sua propria idea. Le prime sono semplicemente bianche o nere, con qualche applicazione di pallettes, mentre più avanti si manifestano le versioni a strisce, sempre bianche e nere, e infine quelle a rombi, sia bianchi e neri che colorati. Con queste tute, Freddie indossa sempre scarpette da balletto classico, con cui afferma di poter liberamente saltare su e giù per il palco. Per quanto riguarda gli altri, Brian May si fa notare al colossale concerto di Hyde Park nel 1976 con un vestito dalle maniche amplissime e plissettate, oltre che per i suo foltissimi capelli neri e ricci: marchio di fabbrica che non lo abbandonerà mai (sebbene ora siano diventati ricci e bianchi!).
  • 1978-80: è una fase un pò di passaggio. Tutti (a parte Brian!) si tagliano i capelli, Freddie adotta uno stile da “macho” con abiti in pelle nera o rossa, mentre gli altri optarono per abiti più sobri, a volte semplici t-shirt stampate. A partire dal 1980, compaiono anche i famosissimi baffi di Freddie.
  • 1980-84: Due sono i tour intrapresi in questo periodo, L’Hot Space Tour e il The Works Tour. Per l’Hot Space Tour, l’abbigliamento di Freddie prevede vestiti bianchi con frecce nere o rosse disegnate. Per il The Works tour invece, resuscitano le tutine: sempre bianche, con motivi zigzaganti rossi o neri. Inoltre, Freddie indossare le Adidas bianche con strisce nere.
  • 1985: I Queen non fanno tour, ma si esibiscono con enorme successo al Live Aid. In quest’occasione, Freddie sfoggia un look veramente speciale perchè è passato alla storia pur senza avere niente di particolare, tranne un braccialetto di borchie sul bicipite.

Il Live Aid fu un grandissimo concerto di beneficenza a cui parteciparono moltissimi grandi artisti, ciascuno portando un’esibizione di 20 minuti. L’esibizione dei Queen avvenne di pomeriggio, in un orario in cui molti altri artisti rifiutarono di esibirsi, ritenendo che non ci sarebbe stata grande visibilità. I Queen invece accettarono, e furono i più acclamati di tutti. Si narra che fino a poco prima della sua esibizione Freddie stesse guardando il concerto comodamente dal divano di casa, e che sia salito sul palco direttamente con i vestiti che aveva indosso!

  • 1986: L’ultimo, trionfale, tour dei Queen si caratterizza soprattutto per le giacche con le fibbie di Freddie, in versione gialla (la più famosa) oppure bianca e rossa, abbinate a pantaloni bianchi con strisce rosse. Inoltre, il frontman inizia a comparire nel finale del concerto con indosso un mantello da sovrano e una corona, in quella che da ironica illusione al nome del gruppo è diventata un’immagine iconica.

Purtroppo, il Magic Tour fu anche l’ultimo dei Queen con Freddie Mercury. Il resto, è un’altra storia.


QUEEN ROCK MONTREAL:

un atteso evento per i fan dei Queen è stata la proiezione nei cinema del concerto tenutosi a Montreal nel 1981, in Italia solo il 16, 17 e 18 marzo. Dopo Hungarian Rhapsody, un’occasione unica di rivedere il gruppo al completo sul palco, se non dal vivo almeno con la massima qualità possibile. A parte restare estasiata dalla qualità e dalla potenza della musica, inutile dire che ho molto apprezzato i look di tutti e 4 i musicisti! Sebbene il concerto appartenga al periodo probabilmente più sobrio dei Queen per quanto riguarda i costumi, che non sono particolarmente appariscenti ed estrosi, ognuno di loro ha una qualche particolarità che rivela la loro personalità: dagli shorts bianchi attillati di Freddie al total-blue di John Deacon. E allora, eccoli tutti per voi:

 


APPROFONDIMENTI: 

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Rivivi il concerto di Montreal: in questa versione è inclusa anche la leggendaria performance del Live Aid:

montreal aid

Per approfondire la storia dei Queen, fondamentale è invece la biografia ufficiale redatta da Jacky Gunn e Jim Jenkins:

queen bio

“Nella mia vita ho brillato solo di luce riflessa, ma quale fortuna essere stato illuminato…e da che luce!” (P. Hince)

Un altro bellissimo libro che mi sento di consigliare è Queen Unseen, più incentrato sulla vita in concerto dei Queen, parziale rispetto alla biografia ufficiale, ma più intimo e ricco di retroscena, perché scritto da uno dei loro roadie, Peter Hince:

unseen