MIGLIORI LOOK ANNI SETTANTA: DAVID BOWIE – Parte I

Avevo iniziato a scrivere questo post la settimana scorsa per pubblicarlo in concomitanza con il suo compleanno e l’uscita del nuovo album Blackstar, ma non ci sono riuscita perché la sua carriera è stata così straordinaria che la sola selezione dei suoi  Migliori Look di Tutti i Tempi richiede veramente molto tempo. Così lo avevo lasciato interrotto per completarlo con più calma, non sapendo che si sarebbe trasformato in un’elegia per la sua scomparsa. 

Oggi lo pubblico incompleto come lo avevo lasciato, con la consapevolezza che non rende giustizia a un artista così straordinario come David Bowie, e deciderò poi se continuarlo o crearne di nuovi.


 

A lui ho già dedicato una panoramica sull’enciclopedica mostra David Bowie Is apertasi al Victoria and Albert Museum di Londra e diventata poi itinerante (https://migliorilook.wordpress.com/2015/01/29/migliori-look-in-mostra-david-bowie-is/), ma è evidente come non possa bastare a rendere omaggio ad un personaggio tra i più influenti del Novecento in fatto di costume.

Oggi, 8 gennaio, in concomitanza con l’uscita, nel giorno del suo 69° compleanno, del nuovo album Blackstar, voglio dedicare un’analisi più approfondita ai Migliori Look di David Bowie. A partire dal decennio della sua consacrazione mondiale: gli anni Settanta.

Riassumere in poche righe le trasformazioni estetiche subite dal personaggio-Bowie anche solo nell’arco di un decennio non è compito semplice ma, semplificando di molto, proviamo a discernere alcune tappe di questa continua e camaleontica evoluzione.

Come abbiamo già avuto modo di accennare (https://migliorilook.wordpress.com/2015/03/13/migliori-look-degli-anni-sessanta-lo-stile-/), Bowie aveva dimostrato una particolare cura dell’aspetto fisico fin dai suoi primi passi nel mondo della musica, aderendo allo stile mod durante gli anni Sessanta. Ma è dal decennio successivo che porta a compimento uno stravolgimento totale del suo look, grazie anche all’aiuto della prima moglie Angie, sposata nel 1970, che stando a molte testimonianze ebbe un ruolo importante nella costruzione del personaggio di Bowie e nella cura dell’aspetto fisico nella prima parte della sua carriera, che dai capelli lunghi e biondi agli abiti femminili, comincia a farsi sempre più androgino: anche indossando, spesso, proprio i vestiti della moglie!

 

Ma la vera consacrazione di Bowie arriva nel 1972, con la pubblicazione di The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars e la “nascita” di un nuovo personaggio, una nuova maschera da indossare sulla scena: il leggendario Ziggy Stardust. Bowie taglia i suoi capelli biondi e li tinge di un rosso vibrante, copiando la pettinatura vista su una modella in un giornale. Inoltre accentua il suo carattere androgino indossando abiti ancora più vistosi e multicolori, scarpe con tacchi alti e zeppe e accessori come orecchini chandelier, e senza tralasciare una buona dose di make up. E’ una vera rivoluzione, attuata sia attraverso la musica che attraverso la propria fisicità, un’esortazione ad essere sé stessi e a rompere tutte le barriere e le convenzioni sociali che ci vogliono sempre più omologati. Un messaggio che, a tutt’oggi, non è stato ancora pienamente recepito. L’ispirazione per i suoi look eccentrici viene da molteplici orizzonti: dal mondo dell’arte e dall’Oriente, sia per lo Ziggy Stardust Tour, che per il successivo Aladdin Sane Tour, per il quale commissiona allo stilista giapponese Kansay Yamamoto una serie di abiti straordinari, mentre per il trucco si ispira fortemente al teatro kabuki. Questo periodo della carriera di Bowie resterà probabilmente il più rivoluzionario e significativo dal punto di vista estetico, anche se Bowie non smetterà mai di sperimentare in questo campo, come nella musica.

Ziggy Stardust era destinato del resto ad una vita molto breve, del tutto sproporzionata rispetto alla duratura influenza che eserciterà nella musica e nel costume dei decenni successivi, perché lo stesso Bowie lo “uccise” sul palco durante il leggendario concerto del 3 luglio 1973 all’Hammersmith Odeon di Londra.

Nel 1974 Bowie si trasferisce a Los Angeles, dove inizia un periodo della sua vita tra i più tormentati, tra dipendenza dalla cocaina e occultismo, ma il livello della sua produzione si innalza ulteriormente, con la pubblicazione di Young Americans e Diamond Dogs, seguito dal Diamond Dogs Tour. Si tratta di uno spettacolo tra i più teatrali mai organizzati da Bowie.

 


Inutile aggiungere che, questa volta, Ziggy è morto per davvero, in maniera completamente inaspettata, perché era riuscito a mantenere segreta una malattia durata un anno e mezzo, a quanto si sa per ora. 


APPROFONDIMENTI: 

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Questo post è rimasto incompleto anche per l’effetto della notizia della morte di Bowie, che mi ha profondamente colpita. Mi riservo di continuarlo appena posso, considerando l’enorme quantità di materiale che si può raccogliere volendo fare una recensione dei Migliori Look mai proposti da David Bowie, un vero mago in questo campo.
Ma non ho intenzione di lasciarvi a bocca asciutta. Su Bowie, soprattutto dopo la morte, ma anche prima, sono stati pubblicati innumerevoli libri. Tra i Migliori restano la biografia di David Buckley e l’Enciclopedia, di Nicholas Pegg:
strangfasc
Strange Fascination, scritto da David Buckley e aggiornato dopo la morte di Bowie, rimane una tra le più complete e accurate biografie su di lui.
enciclopedia

L’enciclopedia definitiva, redatta da Nicholas Pegg. Per chi vuole sapere veramente tutto su Bowie.