MIGLIORI LOOK DEGLI ANNI DUEMILA: IL JUNGLE DRESS

Nel 2000, Jennifer Lopez indossò quest’abito di Versace ai Grammy Awards. 19 anni dopo, lo riporta in auge sfilando a Milano per Donatella Versace. 

L’abito non è lo stesso, il tessuto a stampa è simile ma la foggia è stata resa ancora più succinta, eliminando le maniche e lasciando scoperti anche i fianchi. Il tutto per mostrare un fisico che, a 50 anni, è decisamente invidiabile.

Il Jungle dress non piace a tutti, molti lo trovano volgare o lo considerano più simile a un pareo da spiaggia che a un vero abito, ma non c’è dubbio che si meriti il titolo di Migliore Look per la sua fama. Pare addirittura che abbia contribuito a far nascere Google Immagini, grazie al numero incredibile di ricerche effettuate il giorno dopo dell’apparizione di JLo ai Grammy.

In perfetto stile Versace, esagerato e con una scollatura profondissima che lasciava intravedere il seno e l’addome perfetti di Jennifer, l’abito è diventato immediatamente un’icona anche per il modo in cui è riuscita a valorizzarlo con il suo fisico statuario. L’abito era infatti già stato indossato da Amber Valletta nella pubblicità per Versace, nonché da Geri Halliwell sul red carpet, ma è stata l’apparizione di JLo a consacrarlo come Migliore Look di Tutti i Tempi.

MIGLIORI LOOK DEI BAFTA AWARDS 2019

Domenica sera si è svolta la cerimonia di premiazione dei Bafta 2019, occasione che ha visto la partecipazione sia di Kate Middleton, accompagnata dal marito William, che dei Queen e di tutto il cast di Bohemian Rhapsody.

Kate Middleton è apparsa assolutamente splendente, oscurando qualsiasi attrice in concorso, grazie a un abito bianco di Alexander McQueen, con il tocco insolitamente glamour di scarpe glitterate Jimmy Choo e da una piccola clutch sempre di McQueen. Dato il taglio monospalla dell’abito, ha scelto di non indossare la collana, ma soltanto un bellissimo bracciale e un paio di orecchini appartenuti a Lady Diana.

Come dicevo, l’evento ha anche visto la partecipazione di tutto il cast di Bohemian Rhapsody, accompagnato da Brian May e Roger Taylor dei Queen: il film aveva infatti ricevuto ben 7 nomination, di cui ne ha vinte due, Miglior attore protagonista e Miglior sonoro

Foto di copertina: PA

MIGLIORI LOOK IN MOSTRA – TRACCE A PALAZZO PITTI

Sono gli ultimi dieci giorni per visitare la mostra Tracce 2018. Lasciarsi guidare dalla moda al Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti a Firenze. 

Una mostra che tesse un dialogo suggestivo tra le creazioni di stilisti come Roberto Capucci, Roberto Cavalli, John Galliano, Gianfranco Ferrè… e le opere, provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, di artisti come Giuseppe Capogrossi, Guido Peyron ed Elisabeth Chaplin.

Una versione virtuale della mostra, con tutti i MiglioriLook esposti, si può trovare sul sito delle Gallerie degli Uffizi (www.uffizi.it) a questo link:

https://www.uffizi.it/mostre-virtuali/tracce-2018#45

Per maggiori informazioni sulla visita, clicca qui:

https://www.uffizi.it/eventi/tracce-2018-lasciarsi-guidare-dalle-moda

MIGLIORI LOOK DEGLI ANNI TRENTA: SALVADOR DALI’ ED ELSA SCHIAPARELLI

Vari sono stati nella storia i momenti in cui moda e arte si sono incontrati in maniera proficua. Uno di questi è stata la collaborazioni tra la stilista, di origine italiana ma stabilitasi a Parigi, Elsa Schiaparelli, e l’artista catalano Salvador Dalì. 

La Schiaparelli, probabilmente nota ai più per il tono di rosa schoking che ne porta il nome, si era stabilita a Parigi nel 1922, dove divenne famosa per l’originalità delle sue collezioni e fu la principale rivale di Coco Chanel. Amica di artisti come Man Ray, Marcel Duchamp e Francis Picabia, nel 1936 richiese una collaborazione a Salvador Dalì, che disegnò per lei una serie di capi con tasche a forma di cassetti, un’idea che trova riscontro nei dipinti dello stesso periodo dell’artista. Ma il capo più famoso realizzato da Dalì per la Schiaparelli è sicuramente il cappello-scarpa, che si configurava come una scarpa rovesciata da portare sulla testa, con il tacco naturalmente dipinto di rosa. Altrettanto curiosi sono gli altri capi nati da questa collaborazione: il Lobster Dress, un abito bianco di organza con un’aragosta e ciuffetti di prezzemolo stampati sul tessuto; lo Skeleton Dress, macabro abito nero, e il Tears Dress, che simula degli strappi tromp-l’oeil.

L’incursione di Schiaparelli nell’ambito del surrealismo non finì quì. La stilista collaborò infatti anche con Jean Cocteau e con Leonor Fini, che disegnò la straordinaria boccetta del profumo Schoking.